Nato 1942, scultore di fama internazionale, noto
specialmente per la produzione delle cosidette “pietre sonore” . Per capire chi
è quest’uomo, bisognerebbe innanzitutto andare al suo paese, San Sperate, in
Sardegna, che Sciola ha trasformato in un vero museo all’aperto. Grazie al suo contributo questo piccolo
paesino è diventato uno dei più interessanti della regione. Le pietre sonore,
strutture simili a menhir, sono le opere dell’artista che attirano più l’attenzione.
Ma queste sculture sono più di semplici pietre: in grado di sprigionare diversi
suoni a seconda delle fessure parallele che vi vengono incise, con le mani o
con altri sassi. Sono in grado di unire tre sensi contemporaneamente: il tatto,
attraverso la percezione delle pietra con le mani, che scorrono su queste
superfici assolutamente scabre e naturali. Poi la vista, la contemplazione di
queste strutture spesso imponenti, e dei giochi di luce che producono
attraverso le fessure create. Infine, ovviamente, l’udito: ad ogni sfioramento,
ad ogni leggerissima percussione le Pietre Sonore reagiscono come un vero
strumento musicale, uno strumento da un suono inconfondibile, inequiparabile.
Come spiega lo stesso Sciola, tuttavia, le sue sculture non sono in realtà strumenti
musicali, ma litofonie, “forma e elasticità”. La plasticità del suono, o per
meglio dire la esistenza del suono stesso come nato dalla plasticità, ovvero da oggetti: Come
dice lo stesso Sciola, in fondo: “I suoni ci sono da sempre. La pietra è la
memoria universale del mondo”.
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